Per spingermi a tornare da queste parti ed uscire dall’auto-imposto silenzio ci voleva un movimento tellurico di proporzioni epiche. Se avete seguito le ultime evoluzioni della politica italiana, non potete negare che la notizia è di quelle davvero storiche. Silvio Berlusconi molla. Il tappo (no pun intended) che bloccava la crescita e l’evoluzione della destra italiana, impedendo con la sua mefitica presenza la nascita di un movimento di massa non populista, non statalista e sinceramente dedicato alla riconsegna all’individuo delle immense fette di potere economico e sociale espropriate dall’ignobile macchina da guerra collettivista che ha occupato la politica negli ultimi 90 anni, beh, questo tappo non c’è più.
Come ho scritto sulla bacheca del Tea Party Italia, ora si fa sul serio. Ora, finalmente, si può tornare a fare politica sul serio, come forse in Italia non si è mai fatto, visto l’indottrinamento statalista al quale siamo stati tutti sottoposti fin dalla più tenera età. Tutti a dire “no, non è possibile una Thatcher italiana. Siamo diversi, queste cose da noi non potranno mai succedere”. E via un’altra fetta di libertà, nelle mani di burocrati e amici degli amici. Tutti a fare l’impossibile per partecipare al banchetto imbandito coi NOSTRI SOLDI, tutti a turarsi il naso prima di votare, tutti a dire “gli altri sono peggio” per giustificare di aver votato una banda di incompetenti spesso criminali come propri rappresentanti.
Bene, signori e signore, la ricreazione è finita. La politica sta evaporando nel nulla, lasciando spazio solo al potere, quello vero, quello delle combriccole, quello della gente con i vestiti fatti su misura che ostenta snobismo riempiendosi le tasche dei NOSTRI SOLDI e pontifica su come dovresti vivere, pensare, vestire, mangiare, respirare, andare in vacanza, comprare la casa, fare l’amore, in un delirio di onnipotenza tecnocratico che sta raggiungendo vette di comicità involontaria spettacolari. Il momento di mobilitarsi è questo. Non si può rimandare, non si può lasciar che le cose vadano avanti da sole. Gli statolatri sono sempre lì, pronti ad approfittare della nostra ignavia. Ricordate Rahm Emanuel, l’ex chief of staff del burattino più pericoloso di tutti i tempi? Never let a good crisis go to waste, diceva. I sinistri europei sono più avanti, sono ad un passo dall’esproprio finale, dall’ufficializzazione del nostro stato di minorità, uno stato che diventerà presto permanente. Se non ora, quando aspetterete a muovervi? Quando i cosiddetti “evasori” saranno fucilati in piazza tra ali di folla festante? Quando i proprietari di SUV saranno linciati dalle squadracce mandate in giro dai burocrati per pagarsi (loro sì) la villa al mare e la quota di yacht (Baffino docet)?
Il momento è talmente grave da non ammettere ritardi. Se avete a cuore il futuro dell’Italia, cercate il Tea Party a voi più vicino. Se non ne trovate uno, fondatelo voi. Siete tre gatti? Ottimo, in America hanno iniziato così ed ora decideranno il futuro del paese. Parlatene con TUTTI, nessuno escluso. VI manderanno a quel paese, ve ne diranno di tutti i colori, ma qualcuno ascolterà il vostro messaggio. Qualcun altro verrà alla prossima riunione. Qualcuno porterà un altro amico. La valanga crescerà, per poi travolgere il vecchio e far rinascere l’Italia.
Il primo cinico di professione che alza il ditino per dire che queste cose funzionano solo nei paesi anglosassoni lo scortico vivo. Ci credo. Ci crediamo. Dobbiamo crederci. Da mesi e mesi osservo attonito l’avvitarsi di quella che, matrigna o meno, rimane sempre la mia Patria. Leggo dell’escalation dell’odio di classe, della dittatura degli idioti, dei ministri golpisti che saccenti come tutti i raccomandati irresponsabili osano dettare per filo e per segno quello che liberi cittadini dovranno fare ogni giorno della loro vita. Ho smesso di parlare e scrivere perché la speranza se n’era andata, perché non vedevo via d’uscita.
Ora no, ora tutto è cambiato. Ora si può tornare a lottare, si può dissotterrare l’ascia di guerra e dichiarare che stavolta lorsignori non avranno la mia libertà senza dover fronteggiare uomini liberi sul campo di battaglia dialettico.
Se questo delirio scritto di getto assomiglia ad una dichiarazione di guerra è perché lo è. Non è questo il momento degli analisti, non c’è spazio per le dietrologie. Ora si è chiamati a correre e lottare e parlare al vento e perdere il fiato per convincere tutti, amici e conoscenti, colleghi e genitori degli amici dei figli ad unirsi alla lotta. Il momento è grave e richiede che tutti i Patrioti vengano allo scoperto per fare il loro dovere. No retreat, no surrender, damn the torpedoes, full steam ahead. Oppure, molto più patriottardamente, O si fa l’Italia o si muore. E non pensiate che sia un’esagerazione. Se non lotteremo ci attende un futuro di schiavitù, un’esistenza in un incubo collettivista che farà sembrare l’Unione Sovietica il giardino dell’Eden. Aux armes, les citoyens! E che Iddio ci protegga tutti quanti.
Luca Salvarani ha detto:
Bentornato Apolide!
Ci sarebbero un sacco di cose di cui parlare a cominciare dalla sperata “liberazione” degli States dalla pestilenza liberal… ma ci sarà tempo! L’altra sera sono stato in piazza a Milano alla manifestazione di Fermare il declino e sono sempre più convinto che sia esattamente il movimento che aspettiamo da tanto tempo! Il fatto che Berlusconi abbia finalmente lasciato non è assolutamente sufficiente: è tutto il pdl ad essere marcio fino al midollo e francamente, anche nell’ipotesi al limite dell’impossibile che si rinnovi davvero nelle facce e nel programma, io credo che chi la pensa come noi sia già stato fregato abbastanza da questi signori indegni! L’unica cosa positiva che possono fare per il paese, e che ovviamente non faranno mai, è andare a casa (che è sempre meglio della galera dove dovrebbero andare) e lasciare spazio a forze nuove come fermareildeclino con un pogramma chiaro con gente onesta e preparata (sul sito e su internet trovi un sacco di materiale e credo che saresti quasi totalmente d’accordo)!
PS Sei ancora in Inghilterra? Sto seguendo l’evoluzione del governo Cameron e pur tra mille difficoltà mi sembra che abbia avuto un coraggio da leone in campo economico nel tagliare le spese, fare riforme vere pro-mercato tipo quella universitaria e delle pensioni ma soprattutto far uscire dal perimetro pubblico un sacco di statali! Anche in politica estera non mi sta spiacendo per niente dato che sta cominciando, pur gradualmente, ad uscire da quella gabbia di matti della UE.. Poi i miracoli non li fa nessuno soprattutto nel casino generale in cui siamo da qualche anno.
apolides ha detto:
Grazie, Luca per il commento. Lieto di sapere che qualcuno è rimasto nonostante la lunghissima assenza. Fermare il Declino mi pare la solita, lodevolissima, ma fondamentalmente autolesionistica avventura del mondo liberale italiano. Le battaglie di retroguardia non mi hanno mai appassionato. Che le persone siano valide non ci piove, ma FiD non sarà mai movimento in grado di muovere qualcosa nel panorama politico. Troppe contiguità sospette, troppe “figure della società civile” che non si sognerebbero mai di fare politica sul serio. Con i bei discorsi non si va lontano, ma dal punto di vista ideale sono chiaramente d’accordo. Il metodo, talvolta, conta più della sostanza. Il PdL è morto, le primarie di coalizione cambieranno le dinamiche della destra. La lotta va fatta alle persone sbagliate, ai ladri e ridicoli yes-men che hanno distrutto il sogno del ’94. Cacciarli a pedate sarebbe cosa buona e giusta. Per farlo bisogna giocare al loro gioco, non tirarsi fuori e fare l’ennesimo partitino da zero virgola. Magari mi sbaglio, ma per il momento la penso così.
Di Cicciobello Cameron ne parliamo un’altra volta, che sono al lavoro 🙂
Luca Salvarani ha detto:
Ok però promettimi che mi aggiorni su cicciobello Cameron! Mi piacerebbe davvero sapere la tua opinione soprattutto considerando che la situazione la vivi in prima persona.
Su FID forse hai ragione ma mi pare che si stiano impegnando moltissimo e mai come oggi un’impresa come questa ha qualche chances di avere successo.. Sul PDL dici di cacciare chi non ha sostenuto il “sogno” del 94’… il punto è che si fa prima a dire chi quelle idee le condivide davvero! Il punto non è solo Berlusconi: il 90% del PDL le idee liberali non sanno nemmeno cosa siano e ammesso e non concesso che le conoscano non possono credibilmente portarle avanti dopo quello che hanno fatto per 18 anni e tutt’ora continuano a fare appoggiando Monti e il suo socialismo-reale… Dimmi dove sto sbagliando.
apolides ha detto:
Su Cicciobello scriverò al più presto, visto che i segnali d’allarme si stanno moltiplicando in maniera allarmante.
FiD è l’ennesima operazione che puzza di vecchio, i soliti metodi della politica vetusta, le solite “belle figure” della società civile, i soliti professori alla Martino buoni solo a parlare. L’alternativa deve venire da altrove, SENZA FiD, che al momento è solo deleteria, visto che non potrà altro che finire a schifio.
Il PdL è stramorto e l’intera classe dirigente va spazzata via, come le commistioni assurde con catto-socialisti e sempre-socialisti, ma secondo me commetti un errore di metodo: confondere la dirigenza con la base. La base le idee del ’94 le ha sempre fatte sue, sognava e sogna la rivoluzione liberale, la liberazione dalla burocrazia e dalla pretesa dirigistica di un apparato statale ipertrofico e demenziale nella sua tracotante incompetenza. Il potenziale c’è, eccome. Ci vuole però un metodo nuovo, un sistema diverso per far conoscere chi crede ancora alla libertà, alla responsabilità personale, alla responsabilità fiscale, alla restituzione del potere vero (quello economico) all’individuo e alla distruzione sistematica delle catene che stanno affossando il Paese. Sono di parte, vero, ma secondo me l’unico metodo che funziona è quello usato in America dai Tea Parties, metodo che in Italia è stato impiegato poco e male da Tea Party Italia, dove molti sono convinti che si possa ancora fare le cose “all’europea”, centralizzando, gestendo, organizzando incontri pubblici e non lasciando che siano i gruppi locali a scatenare la forza irrefrenabile di una massa di individui informati, preparati e determinati a riprendersi il proprio futuro. Sarò un sognatore, ma alternative vere non ne vedo.
albertzanna ha detto:
Avrei tanto da dire e ridire, a cominciare dal termine “tappo”. Oppure siamo abituati a vivere in un mondo di giganti, noi inclusi?
Mia zia, grande educatrice e donna di infinita cultura, mi diceva sempre che la statura di un uomo la si vede dall’intelligenza che brilla negli occhi, anche quando si dorme.
Mi rileggerò bene quello che hai scritto, sono stato d’accordo con te per tante cose in passato, quando ti leggevo spesso, ma stavolta penso che non lo sarò.
Albert
apolides ha detto:
Mica è colpa mia, Albert, se tappo nel senso di impedimento e tappo nel senso di persona di bassa statura sono la stessa parola in italiano? Fammi sapere…
InVisigoth ha detto:
Ben ritrovato (in realtà ci siamo sentiti in privato, ma facciamo finta che non sia così) finalmente!!! 🙂
Ad essere sincero, quando ho letto il titolo del post, ho pensato istintivamente “seppuku”, perché ormai la mia fiducia nell’italiano has gone. Ma alla fine, è vero. Per la prima volta c’è la possibilità di aprire un corso nuovo, sia nel centrodestra ma anche nel centrosinistra (e quanto sarebbe bello avere un avversario che non sia un Vendola, un Bersani, un D’Alema dall’altra parte). Sarebbe ingeneroso e ingiusto disinteressarsene “per principio”.
Questo non vuol dire un mio ritrovato interesse “attivo”, ma un semplice stare all’erta (cosa che per un anno e mezzo ho evitato), osservare attentamente, per essere pronti in caso davvero si possa iniziare uno nuovo percorso e non sia solo un fuoco di paglia (cosa che temo, sono sincero) perché primarie o non primarie nel cdx e nel csx i burattinai potrebbero rimarrere gli stessi.
Il tappo (nel senso di altezza morale, politicamente parlando – leggasi tradimenti alla causa liberale – non di statura fisica) e baffino dall’altra parte si sono levati dalle palle, dopo tutti i danni che hanno fatto. Condizione necessaria ma non ancora sufficiente. Keep in touch!! 🙂
apolides ha detto:
Che i burattinai siano decisi a rimanere lì dove sono è purtroppo scontato, ma non è affatto detto che anche stavolta vada a finire così. C’è chi dice che questo sia un altro ’92, ancora una volta diretto dalla vera casta, quella dei giudici non eletti, irresponsabili e che fanno sempre le veci della sinistra più estrema. Forse la situazione è ancora più seria, proprio perché c’è stato il tradimento delle idee del ’94, del sogno della rivoluzione liberale di massa. C’è fin troppa gente che dà la colpa di tutto al “liberismo selvaggio” senza che una bordata di fischi li riduca al silenzio. Il paese è messo molto peggio che nel ’94, è stremato, distrutto, ha perso l’ottimismo e la speranza. Lo spazio per una deriva totalitaria c’è tutto e, prima o poi, qualcuno che ne approfitti verrà fuori. Non avrà vita facile perché i poteri veri hanno scelto il proprio cavallo, l’incubo burocratico europeo, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche d’Europa. Spazio per un’alternativa liberale ce n’è e ce ne sarà pochissimo, ma è ancora possibile. A patto di dimenticarsi i teatrini alla FiD, non mischiarsi ai Monti, alle ACLI, al peggio del peggio dello statalismo o del cronyism, vedi Montezemolo. Difficile, difficilissimo, ma tentare si DEVE, nonostante tutto. E che Iddio ce la mandi buona.
Silvio ha detto:
io ho aderito a FID e sono pronto ad appoggiare chiunque porti avanti questi temi. Da qui a pensare che FID possa diventare lo strumento idoneo ad avere la maggioranza parlamentare, beh ce ne corre, ma purtroppo non è che ci sia tutta questa scelta anzi sulla scena ci sono solo statalisti dichiarati e statalisti non dichiarati