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Foto trovata su pharmacyescrow.comCome più volte detto da fior di romanzieri, la realtà supera l’immaginazione più fervida. In questi casi, la tentazione è ammettere di non aver capito niente di quello che ti sta succedendo attorno, sedersi da qualche parte ed aspettare. D’altro canto, di questi tempi, non è che ci sia molto altro da fare.

Rimanda oggi, rimanda domani, i giorni diventano settimane e le settimane quasi mesi. Nella gestione dei blog come nella vita le cose vanno spesso così. Quando poi ci si mette anche la tecnologia ad ostacolarti, la voglia di mandare tutto a ramengo sembra irrefrenabile. Il mio ultimo post, ottocento parole faticosamente scritte tra mille dubbi e ripensamenti è stato bellamente distrutto da questo simpaticone di WordPress.com, per qualche ragione sconosciuta.

Bene, versione super-ridotta, che forse è meglio. Il sottoscritto ha più di qualche dubbio sull’utilità di continuare in questa impresa. Il tempo è quello che è, ma con un minimo di impegno si potrebbe anche cercare di aggiornare più spesso, magari con qualche commento invece delle solite, dispendiosissime, traduzioni. Quella che manca è la voglia.

Insomma, il resto del mondo sembra intenzionato a correre a perdifiato verso il precipizio, incurante di chi, come Gary North nell’ultimo numero della newsletter “Reality Check”, che come al solito vi consiglio vivamente di leggere, continua a ripetere che le “ricette” che i burocrati altolocati e sommamente irresponsabili che dirigono il sistema monetario e creditizio mondiale si preparano a mettere in atto non faranno che peggiorare la situazione, rendendo il patatrac ancora più inevitabile.

Intere nazioni si ostinano a compiere sempre le scelte sbagliate, consegnando la propria libertà e quella dei propri figli, nipoti e bisnipoti nelle mani di gente che non vede l’ora di comandarli a bacchetta senza nemmeno far finta di essere in una democrazia (la conferenza odierna nella quale Prodi, D’Alema e compagnume vario si dichiaravano “interessati” al sistema politico cinese mi sembra una evidente dichiarazione d’intenti, stile ‘Mein Kampf’, per intenderci).

Gente una volta ragionevole che, probabilmente a causa di frequentazioni sbagliate o sinistrismo di ritorno o semplice prostrazione da palude italiota, diventa sempre più la parodia di sé stessa, ripetendo a pappagallo le parole d’ordine imposte dal pensiero unico ancora dominante.

Una “classe dirigente” che usurpa il posto alla destra vera, quella liberale, capitalista, pro libero mercato ed a favore della responsabilità personale di ogni individuo (sì, insomma, quella che in un paese serio si potrebbe anche chiamare conservatrice) e sembra aver venduto il proprio futuro all’ennesima trovata miracolistica di un vecchio entertainer ora-e-sempre-socialista.

Insomma, in un panorama del genere, a cosa potrebbe mai servire una piccola, inascoltata e solo occasionalmente coerente voce come quella dell’Apolide? Di fronte al disfacimento generale che mi circonda, sono una volta tanto senza parole. A questo punto chiedo consiglio ai pasdaran dell’antro e a chiunque ha avuto la cortesia di passare di qui. Continuare a commentare l’esistente o dare per scontata la catastrofe ed iniziare a pensare all together a come mettere in salvo il salvabile? A voi l’ardua risposta.