Tag
Costituzione Italiana, Mike Stone, North Carolina, RedState, Repubblica Italiana, Scuola pubblica, Sinistri
Qualcuno riesce a spiegarmi come mai nessuno si scandalizzi mai per la infame strumentalizzazione dei bambini da parte dei sinistri di ogni latitudine? Sinceramente, esiste un comportamento più odioso e vigliacco?
———-
Nuova vita, nuovi post super-rapidi, ritagliati ai momenti di pausa in ufficio (lo so, non è professionale, mi sento uno schifo). Stavolta a causare l’uscita dell’Apolide dal suo stato semi-vegetativo di meditazione è stata la lettura di un articolo shock pubblicato dall’ottimo sito di informazione non convenzionale (leggi “non asservito alla sinistra ed ai suoi protettori”) RedState. La notizia non sarebbe delle più sorprendenti, specie per chi ha avuto occasione di confrontarsi con i sinistri e le loro eterne fissazioni totalitarie nonché sommamente illiberali.
L’articolo originale lo trovate qui ed un tempo mi sarei preso anche il disturbo di tradurlo completamente. Il fatto è che, sinceramente, non ne ho voglia. Inoltre ho la vaga impressione che gran parte dei frequentatori dell’antro abbiano una certa familiarità con la lingua inglese e che, quindi, i miei sforzi fossero più o meno inutili. Se sto prendendo l’ennesima cantonata (non ne sarei per niente stupito), fatemelo sapere. Si naviga a vista da queste parti se non intervenite.
Riassuntone generalone totalone: il provveditore di un distretto scolastico della Carolina del Nord ha pensato bene di mandare una circolare agli insegnanti delle elementari “consigliando” di far scrivere ai bambini delle belle letterine nelle quali si chiedeva agli eletti del distretto ed ai genitori di aumentare i fondi destinati alla scuola pubblica. La cosa è divenuta di pubblico dominio perché il deputato del distretto, il repubblicano Mike Stone, si è visto arrivare a casa una letterina scritta da sua figlia ed è andato su tutte le furie. Il provveditore, da buon apparatchik compagnardo, non ha battuto ciglio, dichiarando che se un politico non vuole ricevere lettere dai suoi elettori, non dovrebbe entrare in politica. Considerato che nel sito del suo distretto si legge che lo scopo della scuola è quello di “insegnare ad ogni studente le doti accademiche e sociali necessarie per diventare un cittadino responsabile e produttivo” (leggi “schiavo di Soros e dei nostri padroni”), la sorpresa sembra eccessiva. Insomma, se metti un compagno a capo delle scuole e riempi gli istituti di compagni come lui, difficile ottenere risultati diversi. In America, se non altro, alle prossime elezioni potranno cacciare il soprintendente o, se non altro, renderlo inoffensivo. Da noi, chiaramente, le cose vanno in maniera molto diversa.
A questo punto ci sarebbe bisogno di qualche commento sagace, di una bella prova di sarcasmo sardonico e tagliente, atto a far vergognare gli esseri simil-umani di cui sopra dello sfruttamento ignobile cui sottopongono i pargoletti affidati sconsideratamente alle loro cure. Avevo anche preparato qualche bella battuta per l’occasione ma mi sono ricreduto strada facendo. Con certa gente l’ironia non funziona. La prima cosa che capisci frequentando qualche sinistro è la loro completa, totale, assoluta mancanza di qualsiasi cosa anche vagamente paragonabile al senso dell’umorismo. Per loro tutto è politica, tutto è variabile, temporaneo, non esistono valori o ideali tranne la convenienza del momento e la prosecuzione di quel piano impostogli eoni fa da qualche apparatchik loro compare da oltrecortina. Insomma, perché perdere tempo e fiato. I sinistri sono quello che sono, inutile illudersi. Gente come Pisapia potrà anche darsi una ripulita e sembrare una personcina ammodo ma, una volta nella stanza dei bottoni, farà sempre di tutto per estrarvi soldi dalle tasche e farli finire agli amici degli amici. In un’altra era, sicuramente più felice, si diceva che alla base del socialismo c’è solo l’ansia di qualche predone di commettere qualsiasi sorta di ruberia non solo impunito ma addirittura circondato dall’entusiasmo e dalla gratitudine di chi è stato appena derubato. Insomma, il paradiso dei ladri in terra. Altro che sol dell’avvenire.
L’unico commento che mi viene in mente è forse non molto consolatorio ma provato dall’esperienza. Potranno provare quanto gli pare a fare il lavaggio del cervello alle giovani generazioni, non funzionerà. Anzi, precisiamo meglio, funzionerà solo fino all’età della ragione, il che spiega perché da che mondo è mondo i sinistri spingono per l’abbassamento dell’età per il voto. Il sottoscritto è nato in una famiglia tendenzialmente di sinistra, in una regione dominata da ere geologiche dalla sinistra più retriva, ha fatto quasi tutta la scuola dell’obbligo in istituti indiscutibilmente dediti alla formazione di giovani pionieri del Komsomol. Se poteste leggere le liriche (pessime) che scrivevo a 15 anni, mi avreste preso per un no-global ante litteram. Poi sono cresciuto e, seguendo il percorso di nonno Winston, sono diventato conservatore (d’accordo, liberal-conservatore con forti tendenze libertarie ma realista in politica internazionale e con qualche tendenza latente al paternalismo-autoritarismo, ma ci siamo capiti).
Se tali patetici tentativi di comprarsi il voto corrompendo giovani menti e stimolandone gli istinti peggiori sarà destinato al fallimento, perché mai infervorarsi o salire sulle barricate, si chiederanno i miei fedeli quattro lettori? Semplice, perché tali tentativi sono fatti con i nostri soldi. Questa è la cosa veramente inaccettabile, che da tempo immemorabile mi ha convinto che la scuola pubblica non vada riformata, quanto abolita. I voucher educativi sono un buon palliativo, ma lo scopo finale, la soluzione del problema (che ci leverebbe anche di torno una milionata di pseudo-intellettuali falliti pagati dalle nostre tasse) deve essere la chiusura del ministero dell’educazione e la cancellazione della scuola pubblica. Anche secondo la pessima costituzione (minuscola voluta) cattocomunista che ci troviamo, niente impone che gli otto anni d’istruzione obbligatoria debbano essere gestiti ed organizzati dallo stato. Visto che la Chiesa Cattolica è stata abbastanza lungimirante da lasciarci questa bella scappatoia, perché non usarla al meglio?
L’optimum sarebbe fare un gran falò di quell’immondo cumulo di sinistrismo e liberarsi una volta per tutte dai “diritti” atti solo a confondere le menti semplici e riempire le tasche degli amici degli amici, ma come primo passo ci si potrebbe anche accontentare della cacciata con tanto di simbolica pedata nel didietro di questi piccoli Mengele dell’educazione. Un passo dopo l’altro si arriva in capo al mondo. Sempre che questo benedetto primo passo ci si decida a farlo, prima o poi.
Pingback: Bambini venite parvulos | Notizie Politica
Ciao Apolide. Ti seguo da qualche mese (non mi ricordo nemmeno più come ho trovato questo blog).
Come quasi sempre, sono assolutamente d’accordo con te. L’utilizzo dei bambini come arma di guerra per la propria ideologia e, in fin dei conti, per il proprio tornaconto personale, è una delle cose più schifose che ci siano.
Purtroppo, come ovviamente ben sai, qui in Italia siamo andati da un bel pezzo molto oltre le pur allucinanti letterine.
La differenza, come giustamente fai notare tu, è che gli USA sono ancora *una democrazia*, quindi i cittadini possono, in forme dirette o indirette, far pesare la propria opinione su tali forme di “interesse privato in pubblico ufficio”, mentre soltanto un pazzo totale potrebbe dire la stessa cosa del nostro paese.
Qui interi pezzi dell’apparato dello stato si comportano come funzionari di un regime, remando tutti insieme nella stessa direzione statolatrica, illiberale e fondamentalmente, profondamente antidemocratica.
Il potere politico che – bontà loro – è l’unico che ci lasciano ancora la possibilità di eleggere, non ha in realtà nessun potere contro tali apparati, può fare – ammesso che ci riesca, ché certo ci mette anche di suo quanto a inettitudine e mancanza di coraggio – le riforme che vuole, tanto quegli apparati mastodontici che, a differenza dei politici, sono fatti di piccoli e grandi burocrati che restano in carica a vita, sono perfettamente in grado di lasciare lettera morta qualsiasi legge che non sia loro gradita.
Tanto, chi dovrebbe intervenire a sanzionarli? Indovinate un po’? Nientemeno che la magistratura, ossia il corpo di funzionari dello stato più mostruosamente antidemocratico e ferocemente attaccato allo staus quo!
Bisogna quindi secondo me smettere di illudersi e prendere atto che viviamo appunto in una situazione di forte limitazione delle libertà fondamentali e con scarsissime possibilità di incidere sui processi decisionali.
Dunque che si fa di solito sotto i regimi?
In genere:
a) Si cerca di andarsene, come giustamente hai fatto tu, e non credo proprio che te ne pentirai mai;
b) Si fa la rivoluzione, quella vera intendo, con la gente in piazza a dare l’assalto ai centri del potere antidemocratico, pronti a sfidare una reazione che sarebbe ovviamente feroce. Ti sembra che ce ne siano le condizioni? Direi che non c’è nemmeno bisogno di rispondere… :-);
c) Si cerca di sopravvivere facendosi i fatti propri.
Non è una soluzione da disprezzare, è stata adottata da milioni di persone semplici e oneste sotto i regimi di qualsiasi colore che si sono limitate, per quanto possibile, a non dare il loro sostegno attivo;
d) S’intraprende una lunga, lunghissima battaglia culturale per seminare qualcosa che magari avrà effetto fra decine di anni, o magari mai…
Ad ognuno la sua scelta…
PS: spero che continui a postare qualcosa ogni tanto (fa parte in qualche modo dell’ipotesi d) 🙂 ).
PS2: sulle traduzioni credo tu abbia ragione: richiedono un sacco di lavoro decisamente incompatibile con una vita di lavoro intenso e, almeno per quanto mi riguarda, nessun problema con gli originali.
Un saluto,
francesco.
Un gran benvenuto all’ex lurker Francesco (poi mi spieghi a cosa si riferisce il 99, visto che non esiste che tu abbia 12 anni ^_^) e una rassicurazione: il sottoscritto è nato fesso, quindi, nonostante la tentazione di farsi i fattacci propri, pensare alla carriera, rifarsi se non una “verginità” progressista (manco Mandrake ci riuscirebbe) almeno una reputazione da indifferente (“politica? roba da ragazzi, ora sono una persona seria”) per riuscire ad approdare in qualche tempio sacro dell’informazione e passare le giornate a copiare veline pensando a come sputtanarsi lo stipendio, invece di farsi un mazzo quadruplo come ora, temo che continuerò imperterrito a seguire la “long and winding road” della guerra culturale. Da buon esiliato non posso che dirmi totalmente e sinceramente rivoluzionario. Con magistrati, burocrati ed amici degli amici non ci possono essere compromessi – o noi o loro. La rivoluzione, stavolta, la farà la maggioranza silenziosa. E quando la rivoluzione la fanno i borghesi, di solito, sono cavoli amari per i sinistri. E che Iddio ce la mandi buona…
LOL
Questa è bellissima: il politico che si becca una lettera di protesta dalla figlia…. Semplicemente meraviglioso, degna di un film di Totò! Cmq sottoscrivo al 200% quello che hai scritto, forse perchè la mia storia personale è molto simile alla tua.. cmq io l’età per votare la aumenterei invece che abbassarla. Un tempo a 18 anni si erà già economicamente indipendenti, si stava per farsi una famiglia oggi invece è tutto diverso… tanti giovani non sono in grado di esprimere un voto consapevole a 18 anni perchè conoscono molto poco per es. del mondo del lavoro e cosi via… Ci sono anche giovani molto attivi che si informano tramite la rete ma credo siano una netta minoranza..
Sulla scuola pubblica avrei un programma ancora più semplice che si potrebbe realizzare anche domattina ma che nella sua semplicità sarebbe rivoluzionario: per es invece di 2 plessi scolastici che funzionano solo 5 ore al mattino come oggi, ne si mantiene solo 1 che funziona mattina e pomeriggio con 2 cicli da 5 ore, proprio come se fosse una fabbrica! Se consideriamo il numero dei plessi non in regola o non in sicurezza, il costo per ristrutturarli ed adattarli, il costo del personale per es. bidelli, il costo della duplicazione delle attrezzature (pc, laboratori, libri…) si risparmierebbero miliardi di euro l’anno e il tutto si potrebbe fare domattina! Poi si potrebbero registrare le lezioni e mandarle in rete in modo da rendere obsoleti moltissimi insegnanti e dare molta più libertà alle famiglie degli studenti ed abbassare il costo operativo del servizio… cose abbastanza semplici ma che una scuola pubblica non farà mai! Io liberalizzerei anche le materie da studiare: lo sceglie lo studente/consumatore quali materie vuole imparare e a che livello massimizzando l’output del proprio impegno.. Piccole cose ma che darebbero risultati enormi in brevissimo tempo!
Per l’inglese no problem, almeno per me.
Non ti far sentire dai sindacati, che ti mandano qualche buon terror… compagno che sbaglia a riempirti di cartoni! La scuola pubblica è ormai obsoleta, anzi, la scuola in sé è obsoleta. Il futuro della formazione è decentralizzato, basato sulla rete, interattivo e frammentato, senza esami-soglia ma seguendo passo passo i ritmi di apprendimento e gli interessi del bambino. Storia personale: al primo giorno di scuola la mia maestra, molto saggiamente, consigliò ai miei di prepararmi da solo all’esame di quinta elementare, facendomi fare quattro anni in uno. I miei rifiutarono, non volevano farmi sentire un disadattato (fatica sprecata, purtroppo), ma se alle elementari la maestra Liana Galiberti (che ringrazio tantissimo ancora oggi) seppe mantenere il sottoscritto ed altri due-tre bambini particolarmente “dotati” vigili ed interessati, riuscendo a trascinare l’intera classe, alle medie ho passato tre anni a dormire, annoiato in maniera atroce. La scuola è stata pensata per formare burocrati, buoni solo ad obbedire e seguire procedure. Nel mondo moderno serve più o meno quanto una bicicletta ad un pesce. Peccato che nessuno abbia i cojones di dirlo ad alta voce… ops, appena fatto (^_^)
Certamente che non ho 12 anni, altrimenti come minimo potrei ancora pensare a scapparmene via di qui :-). Ne ho più del triplo e meno del quadruplo, quindi qc in più di te.. 99 è solo un numero che mi piace.. francesco è un nome comune e se devo intervenire in un posto dove non so se ce ne sono altri, di solito aggiungo un numero così, quando non ho voglia d’inventare l’ennesimo nick. Saluti.
Ah, beh, sempre meglio del sottoscritto, che quando usa il suo comunissimo nome deve farlo sempre seguire dall’iniziale del cognome. Riassunto delle conversazioni: LucaB scrive a LucaS, interviene LucaF che risponde a qualcosa detto prima da LucaP… della serie “ma sì, continuiamo a farci del male” (^_^)
Apo, temo che il problema sia molto più grave che non quello di controbattere le sciocchezze dei sinistri. Il fatto è che la statolatria, alla base delle loro stronzate, ha infettato anche coloro che si professano di destra (destra così detta liberale, intendo).
Se ci fai caso, negli USA, l’insediarsi di amministrazioni Repubblicane non ha rappresentato una reale inversione di tendenza. Solo una breve pausa di deregolamentazione e mai, ripeto mai, un serio attacco alla madre di tutte le tragedie del mondo moderno, stampare moneta dal nulla e ingrossare il deficit pubblico.
http://www.rothbard.it/articles/una-strategia-per-la-destra.doc
Che differenza c’è tra un minchione come Obama ei suoi QE e un Nixon che da il colpo di grazia sganciando definitivamente il dollaro dall’oro? Oppure tra un altro minchionazzo come Carter e un Reagan che, pur prendendo a calci in culo i controllori di volo, conferma a Greenspan e alla FED il privilegio di stampare carta straccia e prestare soldi facili a tutti? Lo schifo parte tutto da qui. E’ da queste cose che va a farsi fottere l’etica del lavoro, del risparmio, del sapersi assumere dei rischi, dell’ingozzare noi e i nostri figli di puttanate da comprare senza alcuna necessità di farlo. Di sovraprodurre e vendere un mare di cazzate che nessuno avrebbe mai prodotto se non avesse avuto i soldi gratis per investire senza rischio.
Poi le bolle scoppiano e il padulo ci torna nel c… alla velocità di un missile e allora tutti in piazza, tremebondi e incazzati, a chiedere al governo stimoli, scosse all’economia, provvedimenti, redistribuzioni, stabilizzazioni, salvataggi di banche e ora di interi stati. Pensaci tu, babbo… a debito, ovviamente. Credimi, quando sento parlare economisti e analisti sedicenti liberali mi prolassano le palle. Sarà durissima.
Ti piace De Andrè? Ti dedico (e lo dedico a tutti) questo pensierino.
“Il mio identikit politico è quello di un libertario, tollerante. Se poi anarchico l’hanno fatto diventare un termine orrendo… In realta’ vuol dire solo che uno pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia, le stesse capacità”
De Andrè non lo potevo soffrire perché lo sentivo citare a sproposito dai sinistri, ma ho imparato la sua grandezza quando un mio amico straniero mi fece ascoltare “Crêuza de mä”. Nemo propheta in patria, I suppose.
La chiave di quello che dici è nella parola “sedicenti”. Nell’universo liberal-libertario c’è da fare un repulisti di quelli epocali. Il problema è che siamo talmente isolati e litigiosi da rendere impossibile la formazione di gruppi organizzati in grado di fulminare a distanza qualunque cialtrone OSI proclamarsi liberale e poi spacciare statalismo a buon mercato. Se la prima volta che un qualsiasi idiota usasse l’espressione “economia sociale di mercato”, qualche liberale VERO lo spernacchiasse adeguatamente, facendogli notare che l’elenco di cose sbagliate in questa espressione sarebbe lungo come la fame, magari la prossima volta ci penserebbe due volte. Il problema sta tutto qui. Fino a quando i liberal-liberisti-libertari-conservatori non si doteranno di strutture tali da poter reagire con adeguata virulenza ai tentativi di camuffamento altrui, il termine “liberale”, l’unico che potrebbe aggregare le forze sane della nazione e creare un movimento di liberazione coerente e veramente popolare, continuerà ad essere svalutato e privato di ogni significato. Vexatissima quaestio, ma senza risolverla passi avanti non se ne fanno, IMVHO.
Sei ottimista, Luca. Il lavaggio del cervello funziona, e alla grande. Tu sei un caso isolato, fidati. Hai sentito la canzoncina dedicata a Berlusconi, in cui gli si faceva dare da un gruppo di bambini della “faccia di merda”? (Non ti mando il link perché non voglio spammarti il blog). L’autore di questo orrore, intervistato alla Zanzara da Giuseppe Cruciani (giustamente indignato) ha detto che erano stati i bambini a chiedergli di cantare la canzoncina e farsi riprendere, e si è rifiutato di dire esplicitamente che era dedicata al premier, arrampicandosi sugli specchi a colpi di “e allora?”. E del ragazzetto sul palco al Palasharp di Milano che ne diciamo? Di tutti quegli studenti universitari (questi già sono più grandicelli, e dovrebbero essere nell’età della ragione) che hanno bloccato le università di tutta Italia impedendo democraticamente ai loro colleghi di fare esami e laurearsi? Dei loro cortei a fianco dei baroni, che sono la vera rovina dell’università italiana? Ciechi, e col cervello lobotomizzato: pur di andare contro il governo hanno sostenuto i loro carnefici e quelli che hanno rubato il loro futuro da prima che essi nascessero.
Prospettano loro di entrare nel mondo dei Migliori cavalcando il tappeto rosso, insegnando il disprezzo per tutto ciò che politicamente è altro, inculcando nelle loro testoline che così è cosa buona e giusta. E’ un meccanismo che funziona da sempre e che ultimamente è ripartito alla grande. Tutti insieme, appecoronatamente.
Il cialtrone può dire quel che gli pare. Anche il pedofilo prova a dire che, in fondo, i bambini “lo vogliono”, ma si tratta di una menzogna altrettanto atroce. Del ragazzetto del Palasharp, in quanto figlio di magistrato (mi sembra), penso tutto il male possibile, così, per odio di classe e supremo disprezzo per quella razza malnata che ha reso la parola giustizia simile ad un insulto beffardo. Degli studenti universitari penso che, in fondo, si meritano il futuro di schiavitù perenne al quale i baroni ed i sinistri li hanno già condannati. I libri ci sono, c’è internet, scuse non ce ne sono. Se hai voglia di informarti sul serio e capire come vanno le cose gli strumenti ce li hai. Se continui a correre verso il precipizio sono affaracci tuoi. Basta che non pretendi che sia io a pagarti il conto quando ti fracasserai le ossa. Quello non l’accetto né l’accetterò mai. E se per questo dovrò passare la vita lontano dalla mia Patria, così sia. In fondo non sarò né il primo né l’ultimo uomo libero costretto a fuggire pur di non tradire sé stesso o i suoi ideali.
Non ti preoccupare, che ci sono papino, mammina e gli amici di famiglia a pagargli il conto, e magari a sistemarli e a trovargli un bel posto, facendoli passare avanti a chi si fa il mazzo. Più tutti noi, a loro e ai loro genitori (sotto forma di pensioni, stipendi e prebende varie). Tutti noi, anche quelli che non sono fuggiti, come la sottoscritta, ma che per questo non rinunciano (e con grande, immensa fatica, ma con la soddisfazione di potersi guardare allo specchio) ai propri ideali di libertà e onestà.
Eh si, il problema è proprio questo, che c’è una marea di gente che cmq da questo sistema ci guadagna, alcuni parecchio, molti così così, molti altri le briciole, ma a molti stanno bene anche le briciole purché ottenute col minimo sforzo. Complessivamente magari non saranno la maggioranza, ma certo quelli che, per ovvi motivi, hanno più tempo a disposizione e più mezzi x farsi sentire. Gli studenti che sfilano coi baroni e i baronetti pensano che un giorno saranno al loro posto, e per alcuni in effetti sarà così (ovviamente non i più meritevoli ma i più conformi a questo squallore), x altri qualcosina si troverà. La maggioranza invece si dovrà arrangiare ma quando capiranno di essere stati fregati sarà tardi, e dovranno occupare troppo del loro tempo x cercare di sopravvivere x poter pensare a ribellarsi. Anzi, ce ne sarà ancora di chi crederà che se sono stati esclusi è xché c’è ancora troppa libertà, troppo poco stato, che se quest’ultimo occupasse ancora gli ultimi angolini rimasti liberi starebbero tutti in paradiso.
La pubblica istruzione nasce proprio per creare soldati per gli stati, non deve stupire se l’indottrinamento dei bambini è la prima linea delle ideologie 😉
Ed è da qui che bisogna cominciare per pensare di cambiare qualcosa nel lungo periodo, togliendo i bambini a questa gente.
Prima di tutto, benvenuto nell’antro. Secondo, perfettissimamente d’accordo con le tue considerazioni, sfondi una porta apertissima.
Note a margine: fantastico il titolo del tuo blog – privatizzare tutto, privatizzare subito! Però dovresti spiegarmi il tuo nick, visto che sono troppo sfaticato per cercarlo su Google (^_^)
E’ una novella di philip dick, molto corta che trovi in italia nella raccolta “le presenze invisibili” (credo sia stata, come al solito improriamente tradotta “saltare il fosso”) e racconta, in un mondo ucronico, le stesse sensazioni che un vero liberale prova oggi.
La chiusa è questa: “Adesso mi è tutto chiaro. Essere indecisi non è necessariamente negativo. Non vedere tutto in termini di slogan e partiti organizzati e fedi e morte può essere una convinzione per la quale vale la pena morire. Pensavo di non avere un credo. Adesso mi rendo conto di averne uno molto forte”.
In generale la fantascienza, che per natura va oltre gli schemi attuali, sia il miglior genere per bucare una serie di credenze e condizionamenti che ci tengono bloccati verso un idea di stato e di società alla frutta, da Ayn Rand, Dick e Vonnegult in giù.
Comunque visto che ti piace (mod. paracula on) che ne dici di un bello scambio sulla blogroll? (off) 😉
Il tuo blog lo seguo da mesi, con altro nome, ed è senz’altro nella top ten dei blog liberali italiani, specie per la qualità della scrittura e per le traduzioni, e mi piacerebbe molto ospitare il link.
Linkerei molto volentieri, ma sul tuo blog non c’è un bel niente. Ristrutturazione in corso? Fammi sapere.
Putroppo ad ogni latitudine i bambini sono le vittime dei vari professori sinistroidi che usano la loro beata innocenza per fare proseliti. Magari sono i primi sintomi dell’età che avanza ma non mi sembra di ricordare episodi in cui bambini sono stati usati per far propaganda di destra…..oltre al caso da te citato della bambina che scrive la letterina al padre senatore vorrei aggiungere i vari coretti pro grande leader (ops volevo dire Obamba) che hanno imperversato you tube
Non mi ci far ripensare, countrygirl. Appena mi torna in mente la canzoncina infame mi viene il voltastomaco. Mmm, mmm, mmm, Barack Hussein Obama… roba da libretto rosso.
Ottimi argomenti, non discuto. Osservazioni e ragionamenti con cui è facile concordare.
Ma…
Ecco il rompiscatole: il ma!
Perché mai scandalizza il fatto che si strumentalizzano i bambini? Io penso che sia per la loro “innocenza” che viene infranta, plagiandoli.
Il vero problema, però, è l’età a cui uno può essere considerato uscito dall’infanzia: giustamente si è osservato che spesso anche gli studenti universitari giustificano seri dubbi sull’aver raggiunto l’età della ragione!
Assistere a certe manifestazioni di piazza è agghiacciante: esseri umani fisicamente adulti in evidente stato di schiavitù mentale nei confronti di manipoli di arruffapopolo…
Almeno per i bambini c’è la speranza che, crescendo, quelli intelligenti si accorgano di esser stati strumentalizzati e si ribellino!
Prima di tutto, benvenuto a Leo nell’antro. Penso che la strumentalizzazione dei bambini faccia impressione per due ragioni.
1) Pessime memorie dai passati regimi totalitari. Mio padre ha fatto in tempo a vestire la divisa da figlio della lupa e marciare col moschetto di legno. Il lavaggio del cervello, poi, causa un moto istintivo di orrore, specialmente per chi ha letto qualcosa di cosa succedeva nella agghiacciante Kampuchea Democratica di Pol Pot. Tutti i regimi totalitari puntano all’istruzione, nell’illusione di costruire “l’uomo nuovo”, il perfetto automa che pensi solo a quello che gli dice di pensare il partito e così via. Non serve aver letto “1984”, ma certo aiuta.
2) L’essere umano in età infantile non viene mai visto in maniera spassionata, realistica ed obiettiva. C’è sempre quel “in più” che può intenerire o far sorgere dubbi atroci in certi soggetti (persone anziane, madri, padri molto sensibili). Il propagandista sa che, puntando su “li piccini”, l’effetto moltiplicatore funzionerà in qualche modo. Il che, IMHO, lo rende ancora più vigliacco ed infame.
mi piace commentare con una sola parola.. vaffanc…
Mai vaffa fu più appropriato, Zio Ciccio (bellissimo nick, tra parentesi).