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Foto trovata su earthrehab.wordpress.comSolo cattive notizie per The One. La sempre più evidente disorganizzazione della risposta del governo ha esasperato le comunità locali della costa del Golfo del Messico, che ormai stanno facendo per conto loro. Alla faccia della competenza del Caro Leader Abbronzato. Articolo dopo il salto.

La prima questione riguarda la tenuta dell’esercito di soccorritori che stanno lottando notte e giorno per impedire al greggio fuoriuscito dal pozzo di Macondo di arrivare sulle coste del Golfo del Messico. Un articolo di Patrik Jonsson pubblicato dal Christian Science Monitor avanza la possibilità di un possibile “ammutinamento” di buona parte dei volontari locali. I toni usati non sono né conciliatori né sfumati, segno che le cose sulla costa stanno andando molto peggio di quanto i media vogliano ammettere:

…i responsabili locali denunciano che il comando unificato della BP e del governo federale spesso non si rende conto della situazione, infilando una lunga serie di errori sul campo che stanno limitando gli sforzi diretti ad evitare che decine di milioni di galloni di greggio appiccicoso arrivino sulle coste, come è successo mercoledì a Pensacola, in quello che i locali hanno definito un “invasione di palle di catrame“.

Mercoledì, durante un incontro molto movimentato, il commissario della Contea del Golfo Bill Williams ha detto alla Guardia Costiera e alla BP “in questa stanza c’è un piccolo esercito di volontari: possono essere al vostro fianco o combattervi”.

La Guardia Costiera ha ammesso che finora non è riuscita ad anticipare i movimenti e controllare la macchia di petrolio ampia 2500 miglia quadrate che ora si sta annidando nelle acque al largo di posti come Perdido Key, Orange Beach e Plaquemines Parish, ma che è sicura di far meglio in futuro.

Nelle scorse settimane, il comando unificato ha creato quattro centri di comando regionali con l’obiettivo di migliorare le comunicazioni con chi opera sulle coste e quindi orchestrare in maniera più efficiente i movimenti delle draghe e delle pompe separa-petrolio con l’evolversi della situazione.

All’inizio della settimana (l’Ammiraglio Chad) Allen aveva ricordato i successi di questa operazione dicendo: “abbiamo organizzato la più grande risposta ad un disastro che la nostra nazione abbia mai visto e continuiamo ad adattare questa risposta e migliorarla ogni giorno che passa”.

I responsabili locali, che vedono le loro richieste passate da ufficio ad ufficio, ignorate o addirittura contrastate attivamente, non sono della stessa opinione. Il problema, secondo loro, sta nella struttura di comando confusa, con troppi generali e pochi comandanti disposti a sporcarsi le mani in prima linea, fatto che limiterebbe di parecchio la libertà di movimento delle comunità locali quando il greggio si avvicina. Il segretario della commissione della Contea di Escambia Grover Robinson è ancora più chiaro quando dice “come si fa a combattere senza lasciare le persone in prima linea libere di prendere qualche decisione? Questo è il modo giusto per perdere le guerre”.

Robinson ci ha detto che le richieste di rinforzi dopo che una grossa chiazza di greggio si era avvicinata alle spiagge di Pensacola era stata inizialmente respinta perché il comando centrale a Mobile aveva detto che non poteva spostare certi macchinari sulla costa. Eppure gran parte dell’Isola di Santa Rosa è una spiaggia pubblica. Robinson è sconcertato “com’è possibile che non lo sapessero?”.

Nella parrocchia di Plaquemines (la Louisiana, viste le origini francesi, è divisa in 64 parrocchie, invece che in contee ndT), il signor Nungesser ha dato la colpa ai “burocrati del governo” per aver interrotto la costruzione di una struttura protettiva perché non erano certi che i locali avessero rispettato il perimetro a loro assegnato, mettendo a rischio le dune di sabbia. Il ritardo è avvenuto proprio mentre i venti di nord-est stavano spingendo la chiazza verso le Isole Chandeleur. Due settimane fa, fu la Guardia Costiera a fermare una chiatta pagata dallo Stato della Louisiana che stava aspirando il greggio perché non avevano a bordo abbastanza giubbetti di salvataggio

Il governatore della Louisiana Bobby Jindal (Rep.) mercoledì è stato lapidario: “abbiamo detto al Genio dell’Esercito e ad ogni altra agenzia federale che qui siamo in piena emergenza. Questo è un disastro assoluto per il nostro stato. Un ritardo di giorni, o anche di poche ore, è inaccettabile; non possiamo perdere tempo in teleconferenze e meeting per discutere ogni dettaglio, dobbiamo rispondere in fretta ai mutamenti della situazione sul campo…”

…Sulla prevalentemente repubblicana costa del Golfo, il fatto che non si sia stati capaci di mettere in piedi una risposta di tipo militare è diventato un simbolo di quella che molti definiscono una sudditanza del governo federale nei confronti della BP, nonostante l’amministrazione non sia stata parca di critiche nei confronti del gigante petrolifero.

Il senatore della Florida George Lemieux (Rep.) ha dichiarato al blogger Ed Morrissey “sono così frustrato perché non riesco ad ottenere risposte chiare e sento che questa amministrazione non ha ancora capito quanto disperata sia la situazione. Quando mi incontro con la Marina o la Guardia Costiera, nessuno sa bene chi sia responsabile di cosa. Siamo la più grande nazione al mondo e non siamo in grado di schierare abbastanza pompe per tirare via dall’acqua il petrolio prima che finisca sulle spiagge”.

A questo punto, le comunità e le contee stanno iniziando a muoversi senza tener conto dalla struttura di comando federale, spinte dall’urgenza di salvare quelle che il membro dell’autorità dell’isola di Santa Rosa chiama “spiagge e paludi sacre”, anche a costo di rischiare di finire in galera. Questo dissenso generalizzato tra le truppe, invece di velocizzare gli sforzi per salvare le spiagge, potrebbe essere un ostacolo per le operazioni di ripulitura della chiazza di petrolio.